Un progetto

Irene Doda
2 min readJun 15, 2020

Con alcuni amici ho iniziato a lavorare a una pubblicazione su Medium e sui social, che diventerà, col tempo, un progetto multimediale più ampio (almeno questo è quello che speriamo). Il titolo del progetto è Anticurriculum (lo trovate al link https://medium.com/anticurriculum e su tutti i principali social network) e parlerà di lavoro. Il titolo non è casuale. La nostra generazione si è trovata a fare i conti con un mercato disastrato e abbiamo misurato tutte le nostre scelte professionali e accademiche su un dato molto semplice: per tutti non c’è spazio. Da qui sono germogliate le narrazioni imperniate sul merito, sulla flessibilità, sulla competizione. Ci siamo ritrovati (quasi) adulti in un mondo instabile dopo esserci sentiti dire per anni che dovevamo essere i migliori, i più competitivi, i più creativi, mentre attorno a noi impazzava la crisi climatica, la reazione politica schiacciava le istanze progressiste, il welfare si restringeva. Che effetto ha avuto tutto questo sulla nostra identità generazionale, sulla nostra salute mentale, sulle diseguaglianze intrinseche nei nostri corpi (quelle di genere, di orientamento sessuale, di abilità fisiche o di etnia)? Che conseguenze sui nostri diritti di lavoratori di oggi e di domani?

Queste sono le domande che desidero pormi nello svolgimento di questo progetto editoriale. E’ un lavoro a sei mani e la mia è dunque una voce all’interno di un piccolo coro: desidero che sia una voce attiva e attivista, problematizzante e quando necessario anche provocatrice. Quella di porre e pormi domande sul mondo del lavoro è una necessità di attivismo, ma anche quasi intima per me, per dare uno spin critico alla mia quotidianità, non sedermi sulle abitudini, non limitare al curriculum la narrazione delle mie esperienze.

Spero (e speriamo) di offrire spunti di riflessione e dibattito anche a chi ci seguirà.

--

--